Rita La Rovere

Notte infinita

Chissà che ore saranno”.

La voce è un sussurro.

Maria socchiude gli occhi, si lamenta, prega e torna a ripetere:
Chissà che ore saranno.

Giuseppe cerca di stringersi a lei. Bisbigliano.
Entrambi col pensiero alla stella comparsa a oriente mesi prima.
"Mai vista una cosa simile,forse una cometa. Ci porterà fortuna cara,vedrai, ci guiderà lontano".

Poi l'astro cominciò a levarsi alto sull'orizzonte e, proprio in quella sera invernale, brillava già prima che il sole tramontasse. E Maria aveva avuto paura.

"Ci sta avvertendo di un pericolo,dobbiamo cercare un rifugio sicuro".

Giuseppe riusciva sempre a tranquillizzarla.

Fin dall'inizio aveva dovuto proteggerla e difenderla. Sulla loro storia pochi avrebbero scomesso e strane voci circolavano su Maria, fin troppo schiva e riservata. Quella ragazzina nascondeva qualcosa.

Custodivano un segreto, altrimenti perchè Giuseppe era imbiancato così precocemente? Un segreto.

Lei si era confidata una sera di speranze primaverili, come a consegnare il senso più profondo e misterioso della vita nelle sue mani ruvide.

Sgomento.

Pugno allo stomaco.

Voce finita chissà dove.

"In quanti lo sanno"aveva chiesto maldestramente seppur tra le lacrime.Si era pentito subito e subito smarrito nella risposta quieta"solo chi mi ama". Brividi.

Impossibile muoversi quando si compie il destino.

Credeva di aver sepolto anche l'eco di quel dolore con le nozze e la sconfinata gratitudine di lei.

Invece è di nuovo tra loro, a tradimento, lo schiaccia e brucia il respiro: ancora una volta deve cercare le parole per salvare la donna della sua vita, prima di se stesso.

"La nostra fede ci salverà, ci troveranno amore mio".

Ora il lamento di Maria, con le mani sul ventre, è preghiera di bimba spaventata:sto perdendo sangue...Silenzio nel buio di una notte infinita.

E all'improvviso polvere di cometa, ali fosforescenti e lacrime di gioia.

Bisogna credere agli angeli per udirli:

"Sono vivi, sono vivi, sono un uomo e una donna! "

Onda di nomi che ripetono in tanti,accorsi da lontano, con la stessa speranza nel cuore di un miracolo.

Diciassette ore, tanto erano durati l'attesa e il silenzio.

E ancora un'onda, applauso arcobaleno alla vita, per gli unici sopravvissuti al crollo di quella maledetta palazzina, Giuseppe e Maria.

Solo qualche giorno prima di Natale.

Rita La Rovere

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